3 Dicembre: Giornata della Disabilità
Il 3 dicembre non è una semplice ricorrenza.
È un momento per guardare la realtà con lucidità, riconoscere ciò che ancora non funziona e rinnovare un impegno collettivo: costruire un Paese più accessibile, più equo e davvero inclusivo.
In Italia parlare di disabilità significa parlare di salute, diritti, lavoro, ma anche — troppo spesso — di povertà, solitudine e barriere che non dovrebbero più esistere.
Secondo i dati ISTAT e Osservasalute, oggi nel nostro Paese vivono quasi 13 milioni di persone con disabilità, di cui oltre 3 milioni in una condizione di disabilità grave.
Numeri enormi, che raccontano una verità semplice: la disabilità riguarda tutti.
Basti pensare che 4 italiani su 5 hanno un’esperienza diretta o indiretta con questa condizione.
Disabilità e povertà: un’emergenza silenziosa
C’è un dato che pesa più degli altri:
👉 il 32,1% delle persone con disabilità è a rischio povertà o esclusione sociale.
Le famiglie affrontano spese mediche elevate e spesso insostenibili.
I numeri descrivono un quadro chiaro:
- 1 famiglia su 2 considera le spese sanitarie un onere pesante
- 15,7% delle persone con disabilità ha rinunciato a cure per motivi economici
- 21,3% ha sperimentato ritardi nell’accesso alle cure
- un terzo delle persone con disabilità grave vive da solo, e la percentuale sale al 42% tra gli over 75
Questi dati mostrano un sistema che non riesce a rispondere ai bisogni reali: un modello di welfare sbilanciato sui trasferimenti economici e troppo poco sui servizi strutturati, territoriali, continui.
Quando la disabilità riguarda i più giovani
Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, in Italia 270.000 bambini e adolescenti hanno bisogno di percorsi riabilitativi.
Giovani che necessitano non solo di interventi clinici ma di modelli di cura realmente centrati sulla famiglia, come ricorda la SINPIA, e di un ambiente sociale che favorisca partecipazione e crescita.
L’inclusione non può essere un concetto astratto: deve essere un’esperienza concreta fin dall’infanzia.
Lavoro e inclusione: molto da costruire
Anche nel mondo del lavoro, i numeri parlano chiaro:
solo l’11,9% delle persone con disabilità risulta occupato.
E troppe aziende si limitano agli adempimenti formali: pochi processi strutturati, poca formazione, poco supporto ai team, pochi percorsi di carriera realmente inclusivi.
👉 Inclusione non significa assumere.
Inclusione significa mettere le persone nelle condizioni di esprimere il proprio potenziale.
In questa giornata non celebriamo una ricorrenza. Rinnoviamo un impegno.
Questa giornata non deve essere un momento di retorica, ma un’occasione per ricordare che la disabilità non è una caratteristica individuale: è un tema sociale, culturale e collettivo.
Significa riconoscere il valore di ogni persona.
Significa costruire servizi accessibili, continui, capillari.
Significa promuovere salute, autonomia e partecipazione.
Significa ascoltare davvero chi vive questa condizione ogni giorno.
Il 3 dicembre è un invito a fare di più.
A fare meglio.
A non lasciare indietro nessuno.




